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Channel: relativismo etico – il blog di Costanza Miriano
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La manif pour tous

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manifestation-contre-le-mariage-pour-tous----paris--le-13-janvier-2013

di Costanza Miriano

Ecco il testo del mio breve intervento ieri a piazza Farnese, alla manifestazione in sostegno a quella francese per la famiglia, contro la legge sul matrimonio omosessuale e la libertà di adozione per le coppie di persone dello stesso sesso. Avevo preparato molte altre cose da dire, ma ho stranamente rispettato il tempo di tre minuti che mi era stato assegnato.

Volevo per una volta travestirmi da retore, fare un’invettiva, magari cominciando con “Quo usque tandem Gallia abutere patientia nostra?”, ma mi sono resa conto che sarei stata ridicola.

Noi non siamo qui per insegnare niente a nessuno, tanto meno come si fa i genitori. Se io e mio marito avessimo fatto un solo errore al giorno per ogni figlio, avremmo già sbagliato circa quattordicimila volte. Ed è un’ipotesi ottimistica. In più ancora la strada è lunga, hanno dai sei ai tredici anni. Abbiamo un ampio margine di peggioramento.

Quindi non sono qui per salire in cattedra o fare la lezione a nessuno.

In particolare io mi sento sempre in difetto rispetto a quelle madri devote che non permettono che neanche una molecola di cibo non biologico tocchi le mascelle dei loro figli. È giusto preoccuparsi che organismi geneticamente modificati possano fare male ai nostri figli. E va bene.

Però c’è anche un’ecologia dell’uomo. Forse dovremmo riservare almeno almeno la stessa attenzione a questo. L’uomo doc, o dop, insomma, l’uomo di origine controllata è creato maschio o femmina, e non lo può scegliere, questo. Maschio e femmina, insieme trasmettono la vita. E anche questo è un dato che non si può cambiare.

Di fronte a chi vuole cambiare il genoma umano noi, senza polemizzare, senza accusare, senza davvero sentirci migliori di nessuno, vogliamo dire che il progetto originario sull’uomo è un altro. Maschio e femmina. Cosa molto buona agli occhi del Padre. E anche noi tocchiamo con mano ogni giorno che è bene che ci siano un uomo e una donna, che fanno il padre e la madre. Con i loro talenti. Maschio e femmina.

L’identità sessuale non ce la scegliamo, ci è donata, e queste sono le regole del gioco. La libertà non è scegliere se essere maschio o femmina, è giocare con le carte ricevute come si vuole, ma non cambiare le carte in tavola, perché così non si rispettano le regole.

piazza Farnese- RomaA volte i miei figli mi chiedono: se un compagno non rispetta le regole che devo fare? Gli meno o lo dico alla maestra? Io rispondo: menare no, sarebbe meglio di no (ma se proprio devi menare, mena piano). La cosa migliore, se vedi un amichetto che sbaglia, è che tu lo dica direttamente a lui.

Ecco, noi diciamo agli omosessuali che vogliono adottare che stanno sbagliando: se un bambino ha due padri è orfano di madre. Se ha due madri è orfano di padre, ed essere orfani è una cosa brutta. Punto.

Quando uno è infantile pensa che le regole siano un obbligo, ed è insofferente. Se riusciamo a diventare adulti, ma adulti davvero, capiamo che le regole sono un regalo per noi, sono le istruzioni per essere felici.

Queste regole adesso sono messe in discussione, in particolare dalle teorie di genere, che sostengono che prima che maschio e femmina siamo esseri umani. Ma l’essere umano assessuato non esiste, è un’astrazione. Essere maschio e femmina ci dice cose profondissime di noi, parla delle differenze, e di come sia entusiasmante diventare una sola carne. Le teorie di genere invece mettono i due generi, come dicono loro, in competizione sugli stessi campi, e generano appunto conflitti. Io posso dire che ho ricevuto davvero ormai migliaia di lettere di persone che si sono riappropriate della loro vocazione – maschile o femminile – e hanno deposto le armi contro l’altro sesso, imparando a valorizzare la differenza. Mi hanno scritto in tante amo di più mio marito, e lo capisco. Qualcuno ha scritto Amo di più mia moglie, molti di meno perché gli uomini non scrivono volentieri.

Accogliere l’altro che sta di fronte a noi con rispetto è come imparare a ballare insieme. Come Ginger e Fred. Uno col frac, una col vestito di piume di struzzo. Fred Astaire e Gene Kelly, insieme, non ci avrebbero dato la stessa emozione. Insomma, Gene Kelly era bravissimo, ma le piume di struzzo su di lui non avrebbero fatto lo stesso effetto.



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